Quaderno n.° 7 – Ancora sulla storia delle donne e la storia di genere a scuola

Ancora sulla storia delle donne e la storia di genere a scuola

Perché un altro Quaderno sulla storia delle donne e di genere a scuola? Perché il tema non ci sembra svolto in modo esauriente e concluso. Abbiamo bisogno ancóra di confronto, ricerca, elaborazione. Di altri pensieri e suggerimenti operativi. “Immaginate se un matematico tentasse di risolvere un’equazione usando soltanto numeri dispari, un pittore preparasse la sua tavolozza senza usare il rosso e il giallo, un poeta componesse versi con parole senza vocali… Avremmo equazioni diseguali, dipinti sbiaditi, versi dalle sonorità rauche e impronunciabili. E la storia dell’umanità? Immaginate se uno storico raccontasse solo i fatti e le avventure degli uomini. Avremmo una storia strana, irreale, sbilenca.” (Isabelle Chabot, Dalla presentazione degli albi illustrati della SIS Storie nella Storia, ed. Settenove).

Raccontare un’altra storia, dunque, non più dimezzata ma intera: questo il compito. Il secondo Quaderno nasce per continuare il percorso intrapreso con il numero precedente. Un percorso che ci auguriamo sia esplorato e realizzato davvero nelle scuole. A piccoli passi verso un grande traguardo.

Le sezioni del Quaderno

In forma di parole: pagine di un sussidiario del 1888 e uno degli anni ’40 del secolo scorso.

Le interviste mostrano gli autoritratti di ragazze e ragazzi e le risposte delle insegnanti dei diversi ordini di scuola.

I contributi offrono approfondimenti e indicazioni.

I materiali didattici presentano i resoconti di nove laboratori: altrettante proposte di lavoro per la ricerca e l’attività didattica.

I lavori in corso documentano un progetto della scuola dell’infanzia sui processi di costruzione delle identità.

Post it propone una conversazione con un gruppo di bambine e bambini di 5 anni sulla costruzione delle identità nella sezione Parole da non perdere, seguono letture e recensioni di libri, siti, film.

Il disegno della copertina e le poesie di Vittoria Facchini ci ricordano la dimensione relazionale di ogni identità e la ricchezza della diversità accogliente.

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